Tuesday, March 14, 2006

Caliban's Redemption

by David Parry


ISBN 186992875X, £9.99 paperback


'The exploration of such states of consciousness is not without its psychological dangers and Parry's poetry traverses inner worlds reminiscent of those of Lautreámont, Bataille and the demonologist Collin de Plancy' - Richard Rudgeley in The London Magazine
In this collection of occult poems Parry’s alter-ego Caliban muses on sexuality, seclusion and Shakespeare. Moreover, by trying to capture the dark dwarf’s metaphysical lyrics moment by moment, the author slowly confronts himself as a willing prisoner on the magical island of violence and desire. After all, Caliban would claim that neither Browning nor Nietzsche had fully grasped the ethics of redemption which can only be found in unadulterated selfhood.

Miranda
I love you holy virgin,
with the soul that you have moulded,
lovely as a rosebud,
to the silver moon unfolded.
I love you holy virgin.

I love you Queen of Heaven,
with the body you have fashioned,
twisted in your service,
by sacred sighs of divine passion.

I love you Queen of Heaven.
I love you aged mother,
with the mind that you have hardened,
deep as dark obsidian,
reflecting black thoughts yet unpardoned.

I love you aged mother.
I love you,
I praise you,
I abase myself before you,
and with golden songs adore you,
my holy whore of heaven.

3 Comments:

Blogger karmine said...

CALIBAN’S REDEPTION



Ricordo di una volta alla stazione di Bologna, mentre aspettavo un treno che mi avrebbe portato a casa. Ero un ragazzo di vent’anni, stavo attraversando un periodo difficile e avevo bisogno di una aiuto che mi facesse capire dove mi stessi dirigendo.
Mi muovevo pesantemente tra la folla in attesa sulla banchina quando ad un certo punto vidi, solitario, un libro abbandonato su una panchina di marmo. Lo presi con me, lo portai sul treno e lo lessi tutto d’un fiato e per quella volta ebbi le mie risposte.

È capitata in un certo qual modo la stessa esperienza leggendo Caliban’s Redeption di David Wlliam Parry, con l’unica differenza che non sapevo di cercare risposta a quelle domande.

Caliban è il personaggio non umano della Tempesta di Shakespeare.
Figlio della maga Sycorax è fatto schiavo nella propria isola da Prospero dopo essere stato lui stesso spodestato dal ducato di Milano dal proprio fratello.
Incorniciato all’interno di un dipinto di magie, dolori, colpe e sofferenze Caliban, il mostro, rappresenta la rivincita dell’uomo su se stesso in nome della sua libertà.

I primi passi del libro mi lasciano interdetto e non so cosa pensare, non capisco cosa stia leggendo.
“And with a voice like a sulphur he said:
When hate follows you, embrace him, tough his ways are hard to fathom.
… But if in fear you would seek only escape from the protection of hate and hate’s kingdom, then it is better for you to end your pallid life in suicide than prolong the bitter empty years ahead.”
Le trovo delle parole forti che mi spiazzano. Mi domando, come si può essere a favore della violenza?
Continuo a leggere e incontro un capitolo in cui l’omosessualità è presentata come l’opportunità sciamanica, tramite cui solo gli omosessuali possono accedere ad una sfera emotiva della vita, e questo in virtù della loro predisposizione a soffrire e passare attraverso la sofferenza come mezzo di elevazione.
Lo trovo sessista.
Trovo un punto di adesione con l’autore quando viene presentata una visione della vita paragonata al superuomo di Nietzsche e al Dio Creativo di Spinoza ma la parte precedente mi rimane ancora indigesta.

È stato solo dopo aver parlato direttamente con David ed aver letto il libro una seconda volta che tutto si è chiarito nella mia mente.
Naturalmente tutto è una metafora.

Questa seconda volta riesco a farmi accompagnare dalla poesia delle sue parole dentro la riflessione di tematiche apparentemente scottanti.
Non mi era mai capitato di avere un approccio così ravvicinato su ciò che tante volte ho immaginato ma su cui non ho mai avuto il pudore di riflettere.

Noi esseri umani viviamo in una società che è stata da noi stessi creata, una società che abbiamo voluto e dovuto riempire di leggi al fine di poterci sentire liberi, e questo rappresenta un vero paradosso.
Abbiamo deciso cosa è giusto e cosa è sbagliato incidendolo sulla pietra sin dai tempi più remoti e abbiamo deciso di chiamare colpevole e condannato colui che non accetta la regola fatta dall’uomo.
Abbiamo invento un Dio che giudica e lo abbiamo piazzato in un posto per poter opporgli un Diavolo ed abbiamo deciso chi dei due deve essere il re e chi invece il tiranno.
Abbiamo chiamato bacio bene e schiaffo il male e abbiamo benedetto il primo e maledetto il secondo, abbiamo scritto anche questo sulla pietra e chi non bacia dev’essere punito perché questo va contro una legge fatta dall’uomo.

In questo mondo regolato dalla legge nessuno ha il potere di esprimere la propria genialità, perché ciascuno di noi vive all’ombra dell’albero della civiltà e ne diventa la legna che arde nel forno dell’ipocrisia.
Chi è il Dio oggi?
Io affermo che “Dio è l’uomo che ha creato se stesso”.
In principio era solo lui, quel dio dimenticato.
Chi si ricorda che Dio è la fantasia che gli permette di creare?
Ciascuno di noi ha dimenticato la sua divina provenienza unicamente per un’ossessiva interpretazione del dramma della vita.

Il libro scorre …
“The foundamental desire which had driver me since adolescent was to wrestle naked with Green Jack, the ancient spirit of the woodlands. We would fight until we were both drenched in sweat and i could make him eiaculate into the cauldron of creation. Then i would drink the complete elisir while still thundering with orgones. An act of wiccam magic that promised to make me as immortala s a season.”

L’ho trovato decisamente un libro sensuale. L’omossessualità e il rapporto di amore tra omosessuali è rappresentato attraverso l’esperienza di David Parry in una maniera che lascia disarmati. Mai avevo incontrato tanta sincerità e libertà di espressione e mai ne ero stato tanto stimolato.
Noi esseri umani siamo non realmente noi stessi ma l’immagine che di noi stessi abbiamo creato per poter vivere nella nostra società. Abbiamo creato un clone ed in questo clone abbiamo trovato il compromesso per poter vivere.
Questo è davvero terribile.
Tante volte noi sogniamo ad occhi aperti e immaginiamo e pensiamo cose e queste cose hanno vita, le possiamo percepire nel nostro cervello sono vere.
Ora, ve lo siete mai chiesto da dove arrivano quei pensieri strani che attraversano il cervello? Entrano lentamente e noi non ce ne accorgiamo, iniziano a farsi strada tra gli altri pensieri e noi n siamo inebriati con la potenze di una sbornia e solo il campanello del pudore, del peccato o qualcos’altro alla fine ci risveglia.
Ci piacerebbe dire e fare cose che poi ci permettiamo solo di pensare di nascosto.
Ma cosa accadrebbe se iniziassimo a svelarci davvero … se dicessimo una serie di “fuck off”.

Da quante cose siamo incastrati nella nostra vita, famiglia, figli, amore, amicizia, lavoro e la lista potrebbe continuare a lungo. Nasciamo programmati e questo programma si mette in moto da solo nel momento stesso in cui veniamo al mondo, è un processo irreversibile ed è impossibile venirne fuori almeno che stanchi non si voglia diventare un “matto” … dal punto di vista della società.

Ma dicevamo … da dove viene quel pensiero, perchè non ci sono solo pensieri “buoni” ma arrivano anche quelli “cattivi”?
La verità è che non esiste il buono e il cattivo ma esiste solo Dio ed entrambi sono Dio, entrambi sono uno sviluppo del Dio che si manifesta attraverso noi stessi sotto forma di pensiero creativo.

Chi ha mai provato a seguire tutti i pensieri? Io ci sto provando … mosso dalla convinzione che ciascun pensiero io faccia è Dio e si manifesta in me solo nell’obiettivo di farmi emancipare sempre di più verso la forma perfetta che è Dio e non la società prestabilita e preconfezionata.
Non sto dicendo che voglio diventare quello che gli altri chiamano un criminale (anche se non lo considero tale … lo considero un fratello che sta facendo il suo percorso, non lo condanno per quello che ha fatto ma sono con lui nell’emozione e redenzione tramite la sua esperienza e le conseguenze che essa ne comporta …egli d'altronde è un uomo libero di esprimersi nella maniera che ritiene adatta a lui), sto dicendo che io sono un essere libero ed in base alla mia libertà io sono libero di poter fare quello che la mia coscienza mi sprona a dover fare per sperimentare ed affermare la mia divinità.

È solo facendo esperienza che si può entrare appieno nella verità della vita e nello sviluppo della propria mente e del riconoscimento della propria divinità. Fino a quando viviamo come animali castrati siamo solo schiavi di qualcuno che della propria castrazione ha fatto il suo punto di forza.
È solo la vita che dice alla vita stessa quando un’esperienza è finita, ha offerto il frutto che si aspettava maturasse, si è appresa la conoscenza ed ora finalmente è diventata tale e si può passare alla prossima avventura.
Ma fino a quando reprimiamo e non troviamo il coraggio di sperimentare quello che la nostra vita ci chiede di attraversare al fine di capire, non conosceremo nella nostra vita fino in fondo Dio e continueremo a rincarnarci come esseri umani, per capire, capire, capire fino a quando finalmente Dio parlerà in noi per invitarci a vivere come Dio e diventare così eterni … l’eterno istante del momento presente.

5:10 AM  
Blogger Unknown said...

I awoke
in a forest of dead violets
to the scream
of a woman
or a world
as it seemed to me
the voice
within every pain
that is known to man

8:05 AM  
Blogger Unknown said...

Here is another poem about the goddess - not mine unfortunately. She has many aspects. It would be wonderful if others would add poems showing her many qualities.

.........................

Her names overwhelm
the corruption of time
Whispered
by the gentle arabesque
of demonic wings
that beat in obscene reverence
at feminine dominion

.........................

5:23 AM  

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